Anche senza consultare un dietologo o scartabellare per ore ogni sito presente su internet dedicato al benessere, risulta evidente a chiunque che una dieta bilanciata contiene al suo interno tutti quei principi alimentari necessari al funzionamento del corpo umano e che abbina con sapienza carboidrati, zuccheri, proteine e vitamine con l’intento di trarre beneficio da ogni singolo “principio attivo” e di non produrre squilibri organici destinati a produrre il sovraccarico di una determinata componente a scapito di altre.
Nonostante la suddetta certezza accompagni ormai il genere umano dal giorno stesso in cui allevamento, agricoltura e caccia iniziarono a diventare la costante dell’alimentazione umana, gli apparenti ed effimeri vantaggi di un regime dietetico di tipo iperproteico rappresentano ancora una solenne lusinga per tutti coloro che si trovano a soffrire di problemi legati all’eccessivo peso, dato che l’eliminazione di zuccheri e carboidrati pare davvero produrre un effetto miracoloso sull’organismo e favorire l’eliminazione del tessuto adiposo.
Nonostante una vastissima letteratura in merito abbia ormai denotato da decenni l’abitudine come pericolosa e poco salutare, con l’intento di vincere le remore residue, la nutrizionista americana Kaleigh McMordie è recentemente voluta tornare sulla questione, rilasciando una lunga intervista al Redaer’s Digest in cui ha sottolineato i danni molecolari prodotti dall’eccesso di proteine, cercando di spostare il tutto ad una serie di effetti collaterali imprevisti.
L’assunzione prolungata di proteine in quantitativo eccessivo porta infatti in dote, oltre agli arcinoti danni al fegato e ai reni (costretti ad un carico eccessivo di lavoro), anche una serie di problematiche neurologiche che comprendono la presenza di una condizione di ira, cattivo umore e annebbiamento mentale perpetuo, dovuto al fatto che i processi metabolici associati alla riduzione di zuccheri semplici e complessi porta ad una sorta di deficit organico generalizzato, in grado di togliere glucosio al cervello ed i favorire l’insorgenza di una sensazione di stress protratta.
Oltre alla sfera legata alla dimensione cognitiva e neurologica, l’assunzione di troppe proteine potrebbe inoltre favorire alla lunga la ripresa di quella massa grassa che si pensava di aver debellato e produrre la genesi di spiacevoli effetti collaterali, come il possesso di un alito mefitico, che trovano al loro ragion d’essere in qualità di epifenomeni legati al cortocircuito organico prodotto da una bilancia metabolica sbilanciata in direzione delle suddette proteine.
Anche senza l’intervento della nutrizionista americana, è dunque buona norma approcciarsi a regimi dietetici (siano essi ipocalorici o di “mantenimento”) in cui tute le componenti alimentari risultano bilanciate, onde evitare di trovarsi a rimpiangere quella suadente fretta e ansia da risultati che ci porta spesso a contravvenire ad assunti dati per assodati da millenni di ricerca ed esperienza.
Fonte: Emerge il Futuro