Un tempo relegati all’ambito della patologie sicuramente mortali e denotati da una serie di nominativi che nessuno voleva pronunciare o ascoltare, i tumori stanno lentamente più uscendo dall’ambito dell’incurabilità per trasformarsi in patologie sempre tremende, ma contro le quali risulta possibile combattere con buone probabilità di vittoria, soprattutto in caso di diagnosi precoce e di quell’ampia opera di prevenzione che consente non solo di scongiurare l’insorgenza delle neoplasie, ma anche di rallentare la loro progressione qualora l’anomalia organica abbia già fatto la sua comparsa.
A fronte di una crescita di incidenza complessiva che ha visto negli ultimi decenni i casi di diagnosi moltiplicarsi in modo esponenziale, aumenta anche il numero di tutti quei pazienti che, a seguito della funesta diagnosi, non si sono dati per vinti e sono riusciti a sconfiggere il cancro e la paura delle cure che spesso si pone come deterrente nei confronti del percorso diagnostico di tipo canonico.
I dati contenuti nel recentissimo rapporto Aiom-Airtum hanno infatti evidenziato come i livelli di sopravvivenza a seguito della diagnosi abbiano ormai raggiunto picchi statistici un tempo insperati, andando a coinvolgere il 68% dei tumori più frequenti e il 55% dei tumori rari, evidenziando così il successo di un percorso terapeutico finalizzato a trattare ogni neoplasia secondo approcci mirati e specifici.
Parallelamente all’ulteriore buona notizia che prevede una flessione relativa all’incidenza oncologica maschile, il rapporto ha tuttavia evidenziato una nuova area grigia legata al cancro, mostrando come il numero delle diagnosi si trovi in costante aumento sul versante femminile del cielo medico e come la patologia risulti sempre più diffusa tra le donne, un tempo meno colpite da tumori e affini per via di una serie di fattori ambientali e alimentari meno a rischio rispetto a quelli presenti negli uomini.
A giocare un ruolo di rilievo sull’aumento di incidenza tutto femminile sono i tumori alla mammella, sempre più frequenti in alcune regioni italiane e sempre più oggetto di una campagna informativa finalizzata alla doverosa opera di screening e prevenzione, unica arma in grado di portare la patologia fuori da quella nicchia di innominabilità e timore che fino a pochi anni fa accompagnava ogni nuova diagnosi.
Fonte: Emerge il Futuro