Nonostante gli allarmi alimentati dall’Oms, che ha recentemente inserito le carni rosse tra i fattori scatenanti per il cancro, risulta evidente a chiunque che se la carne possedesse solo una minima parte di quel potenziale cancerogeno millantato a più riprese, la curva di progressione relativa ai tumori seguirebbe un andamento lineare (tanto nello spazio, quanto nel tempo), dato che l’umanità si è sempre cibata di carne ad ogni latitudine
Dopo accurate analisi e revisioni condotte per conto del Ministero della Salute, la diatriba sulla pericolosità delle carni rosse sembra giungere in queste ore ad un punto di arrivo, con l’assoluzione riportata per il prodotto alimentare in quanto tale e il relegamento dei suoi presunti pericoli per la salute ad una sfera legata alla tipologia di cottura impiegata.
Secondo gli esiti di un recente studio condotto dal Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, le carni manifestano infatti il loro potenziale cancerogeno (anch’esso comunque tutto da chiarire e molto più supposto che reale) se cotte alla brace o fritte, dato che l’esposizione ad altissime temperature per un tempo prolungato porta la carne a subire processi di trasformazione molecolari in cui si sviluppano al suo interno agenti tossici per la salute umane.
Lo studio in questione ha inoltre confermato come il nesso tra un elevato consumo di carni rosse e lo sviluppo di forme tumorali riguardi semplicemente il cancro localizzato al colon-retto, dato che anche a fronte di ingenti risorse impiegate per chiarire la natura del legame, nessuno è mai riuscito a provare in modo chiaro che l’assunzione di proteine animali abbia una qualunque forma di influenza su altre malattie di tipo oncologico.
Via libera dunque ad un moderato e responsabile consumo di carne rossa, facendo sempre attenzione a non eccedere con fritture e cotture alla brace, ma tenendo comunque presente che l’allarmismo infondato può fare molti più danni all’umanità di quanti non ne abbia mai fatti la carne,con buona pace dell’Oms e delle sue strane categorizzazioni.
Fonte: Emerge il Futuro