Esattamente come accade per ogni essere vivente presente sul pianeta Terra, il cancro necessita di nutrimento per crescere e proilferare, solo che l’individuazione delle precise molecole che alimentano le cellule tumorali appare ancora alla stregua di un enigma in parte insoluto e privo di consenso unanime in seno della comunità medica mondiale.
Una storica svolta in merito potrebbe giungere da una recentissima ricerca condotta da un team internazionale finanziata dall’Istituto toscano dei tumori, in collaborazione con la Scuola Sant’Anna di Pisa, grazie alla quale è risultato possibile scoprire l’esistenza di una particolare proteina che si porrebbe come incentivo alla crescita dei tumori e al loro produrre metastasi all’interno dell’organismo.
La proteina in questione, denominata Mical2, si troverebbe coinvolta in un particolare processo che porta le cellule tumorali a separarsi dalla massa cancerosa primordiale per diffondersi in tutto l’organismo, secondo il ben noto schema legato alla comparsa di metastasi tumorali.
Nel dettaglio, l’ausilio offerto dalla proteina incriminata consentirebbe ad alcune cellule cancerose di mutare la loro struttura interna, rendendole più adatte la distacco dalla massa che le ospitava e al conseguente transito all’interno di altri organi.
Dal momento che la presenza di metastasi rappresenta ad oggi il più grande ostacolo per la piena guarigione dei pazienti, dato che le cellule mutate posseggono un coefficiente di resistenza ai farmaci maggiore rispetto alle loro omologhe, la possibilità di inibire la proteina Mical2 si tradurrebbe in un duplice aiuto alla ricerca medica, in grado di prevenire la formazione di metastasi e di rendere meno aggressivo il cancro in caso di proliferazione già avvenuta.
Al momento, lo studio pubblicato su Oncotarget ha rivelato la sua efficacia nel processo di inibizione molecolare legato alla proteina e svelato parte di quell’arcano relativo alla crescita dei tumori che potrebbe un giorno fornire un quadro più esaustivo della malattia e dei suoi infiniti processi metabolici.
Fonte: Emerge il Futuro