Dal momento che la comune esperienza insegna che risolvere problematiche di varia natura comporta spesso l’impiego di tempo, soldi e fatica; si è recentemente sviluppata una diffusa tendenza governativa ed istituzionale a minimizzare i problemi legati alle emergenze ambientali e ad ascriverli all’ambito di quelle paranoie individuali e collettive che ci portano a vedere allarmi sanitari persino nell’armadio della camera da letto.
Per quanto determinati lati della nostra storia collettiva confermino in parte la tesi relativa alla paranoia, capita tuttavia che problemi ed allarmi vengano percepiti da un numero così elevato di cittadini da dover imporre l’attenzione delle istituzioni su fenomeni latenti e portare ad un rapido abbandono di quella strategia dello struzzo che pare diventata il collante dell’ottimismo in Italia.
In base ai dati recentemente diffusi dall’Istat sul censimento ambientale condotto nel nostro Paese, pare infatti che ben un terzo delle famiglie italiane lamenti problematiche legate all’inquinamento tali da influire in modo significativo sulla qualità media della vita dei nostri concittadini, se non addirittura di inficiarne la durata.
Il 34% delle famiglie italiane ha infatti segnalato nel corso del 2014 problematiche legate alla qualità dell’aria respirata; percentuale che è destinata a crescere se unita con la porzione di tutti coloro (circa il il 18% del campione) che invece denunciano la presenza di odori sgradevoli legati all’inquinamento e di coloro che lamentano problematiche ambientali di varia natura legate allo smaltimento e alla gestione dei rifiuti urbani.
Mentre negli Stati Uniti si è giunti alla realizzazione di mini-organi artificiali in grado di tenere traccia dei danni effettivamente prodotti dall’inquinamento sul nostro organismo (vedi articolo), forse è giunta l’ora che nel nostro Paese si giunga ad un progetto di ampio respiro che non si limiti al semplice blocco del traffico nelle fredde domeniche senza pioggia, ma che includa, ad esempio, la rivalutazione di un intero settore termale che sta in questi giorni conoscendo ulteriori sviluppi qualitativi attraverso l’insediamento di un nuovo comitato scientifico a Chianchiano e che, mai come oggi, appare abbandonato dallo Stato al suo destino, come se le cure naturali fossero un semplice prodotto della nostra antica paranoia.
fonte: news.emergeilfuturo.it