Tutti coloro che ritengono i videogiochi alla stregua di uno strumento diseducativo e di un concentrato di violenza digitale, utile tutt’al più a favorire la genesi di piccoli serial killer, forse non conoscono a fondo le potenzialità dell’immaginario infantile, da oggi pronto a misurarsi con la storia di Joel, bambino scomparso a soli 5 anni a causa del cancro.
Per ricordare loro figlio venuto a mancare a seguito di una battaglia con una rara di forma di cancro durata 4 anni, i genitori del piccolo hanno infatti impiegato le loro risorse per mettere a punto “That Dragon, Cancer”, triste avventura che ricalca le gesta del piccolo Joel, costretto a misurarsi con un nemico tanto agguerrito, quanto invincibile.
Oltre che per conferire una patina di immortalità digitale al loro amato figlio, il videogioco è stato creato con l’intento di illustrare ai più piccoli (e non solo) le difficoltà delle famiglie costrette a fronteggiare il Male Oscuro e per spingere bambini e genitori a provare le stesse emozioni vissute dalla famiglia di Joel, di modo da suscitare lo stesso senso di rabbia, angoscia e frustrazione e da spingere l’umanità in direzione di una maggiore sensibilizzazione nei confronti della problematica.
That Dragon, Cancer consente, come ogni videogioco, di poter selezionare una serie di opzioni personalizzate, di modo da rendere la storia narrata unica per ogni giocatore, anche se Ryan, padre del piccolo Joel e ideatore del gioco, ha tassativamente imposto che il finale della triste storia non venisse cambiato, a prescindere dalle azioni compiute, di modo da dare verosimiglianza alla vicenda.
Nonostante l’elevata componente di drammaticità presente nella storia, il videogioco risulta adatto a chiunque desideri calarsi nei panni degli sfortunati genitori che hanno visto il loro bambino soccombere di fronte al cancro, così da poter uscire da quella sfera di paure e voci di corridoi che avvolge tanto la malattia, quanto il mondo dei moderni videogiochi.
Fonte: Emerge il Futuro