Se la presenza di esperti e celebrità nei talk show funge spesso da faro per un grande pubblico alla ricerca di consigli e suggerimenti, il fatto di possedere una certa competenza in una determinata materia legittima spesso gli stessi invitati ad esprimersi su tutto lo scibile umano, senza cognizione di causa alcuna e senza che un nesso logico tra Red Ronnie e un dibattito incentrato sui vaccini abbia la minima ragione di esistere.
Mentre infuria infatti la polemica sul noto esperto di musica, per via delle sue assurde dichiarazioni rilasciate sulle vaccinazioni infantili nel corso della trasmissione Virus, in molti, dalle parti di Via Teulada, si stanno domandando le ragioni che abbiano portato Red Ronnie ad esprimersi su una materia evidentemente non di sua competenza ed evidentemente ignota, almeno quanto la fisica quantistica o lo studio degli schemi meteorologici caotici ai Poli.
Subito coperto da valanghe di ingiurie e prese di posizioni piuttosto nette su Twitter, Red Ronnie ha portato sotto accusa l’intera televisione di Stato per aver sostenuto in prima serata la tesi secondo la quale non vi sarebbero ragioni per obbligare i bambini a vaccinarsi, argomentando la sua bizzarra idea con prese di posizioni campate per aria che non meritano sinceramente ulteriore disamina.
Duro colpo a livello di appeal per una serie di istituzioni sanitarie alle prese con l’emergenza dettata dal calo vaccinale in atto nel nostro Paese e con la necessità di tornare al più presto a livelli di sicurezza, utili ad impedire il ritorno in auge di patologie che si ritenevano sconfitte, la triste esibizione andata in onda giovedì sera scorso non è che la punta di un iceberg in cui l’intrattenimento viene pericolosamente mischiato all’informazione e i cui i talk shows vivono ormai sulla presenza di star e starlettes pronti a riciclarsi in veste di tuttologi, con l’intento di suscitare qualche polemica funzionale all’ascolto.
Ricordando a tutti che non esiste una singola ragione per far vaccinare i propri figli, ma ne esistono milioni, la speranza è quella che l’ennesimo sasso lanciato in uno stagno troppo affollato cada nel vuoto e che la Rai comprenda al più presto che un esperto di musica non è la persona più adatta a trattare di questioni sanitarie e che lo scibile umano necessita delle opportune suddivisioni in ottica divulgativa.
Fonte: Emerge il Futuro