L’ideazione di vaccini in grado di contrastare l’avvento della normalissima influenza stagionale ha prodotto in Italia il consueto atteggiamento di tipo bipolare che prevede, da un lato, la presenza di soggetti sani come pesci e nel pieno della loro giovinezza in coda fuori dalle Asl e, dall’altro, soggetti davvero a rischio rifiutare il medicinale, ritenendolo pericoloso o addirittura mortale.
Giusto per fare un po’ di chiarezza in un Paese che si appresta a sdraiarsi sul lettino del medico (oltre che su quello dello psicanalista) in concomitanza con l’arrivo dei primi virus, le autorità sanitarie nostrane hanno diffuso il consueto vademecum vaccinale, ribadendo tempistiche e metodologie di un ricorso al farmaco che diventa indispensabile solo in determinati casi e a determinate condizioni.
Premesse le dovute condizioni del caso, che prevedono l’accesso ai vaccini in forma gratuita solo per i soggetti di età superiore ai 65 anni, gestanti giunte al terzo mese di gravidanza e cittadini con alle spalle una pregressa e certificata storia clinica segnata da particolari patologie, chiunque potrà ricorrere al farmaco presso lo studio medico di famiglia, l’ambulatorio o la Asl locale, anche se la raccomandazioni ministeriali coinvolgono in realtà un esiguo numero di categorie umane.
Il vaccino risulta vivamente consigliato infatti per i bambini di età superiore ai sei mesi, gli adulti affetti da problematiche di tipo respiratorio o da affezioni croniche e per i sopracitati soggetti collocati nella fascia di età over 65, per i quali una banale influenza può produrre complicazioni debilitanti e potenzialmente letali in caso venga trascurata.
Relativamente alle tempistiche di attuazione dei vaccini, gli esperti raccomandano di non temporeggiare troppo e di ricorrere alla misura profilattica già nel corso del corrente mese di novembre, dato che la copertura del vaccino nei confronti dei ceppi virali viene garantita con una certa attendibilità solo a distanza di 15 giorni dalla sua prima inoculazione e che, dunque, per garantirsi un periodo festivo sereno, occorre cogliere in anticipo il picco influenzale previsto proprio per la fine del 2015.
Invitando chiunque fosse interessato ad aderire alla campagna vaccinale in atto ad informarsi presso la propria struttura sanitaria di riferimento, ci auguriamo che questo inverno veda la nascita di maggiori prese di responsabilità nei confronti dell’influenza e che il consueto atteggiamento bipolare lasci il posto ad una doverosa sensibilizzazione sociale per le fasce più a rischio.
Fonte: Emerge il Futuro