Dal momento che la recente esplosione dell’incidenza di diabete presso la popolazione senile pare rappresentare una delle cause in grado di minare l’aspettativa di vita media, la ricerca scientifica si trova sempre più orientata in direzione di farmaci che, oltre a tenere sotto controllo la patologia, riescano a reprimere i meccanismi che ne favoriscono l’insorgenza.
Una di queste molecole, denominata metformina, pare essere andata oltre le più rosee aspettative dei suoi creatori, rivelandosi (con tutti i “se” del caso) alla stregua di un autentico elisir di lunga vita, in grado non solo di tenere a bada l’odiato diabete, ma di scongiurare l’invecchiamento cellulare che favorisce la genesi di patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e quello di Alzheimer.
Inizialmente ideata e tesata con successo su un gruppo d cavie dai ricercatori dell’Università di Cardiff, la pillola anti-diabete si è recentemente trasformata in un caso mediatico negli Stati Uniti, dove tutto è ingigantito per antonomasia, grazie all’entusiasmo diffuso dai medici del Buck Institue of Aging, secondo i quali un’assunzione continuativa di metformina potrebbe realmente aumentare l’aspettativa di vita fino al suo termine massimo, vale a dire quella misura pari a 120 anni che rappresenta l’obiettivo della ricerca.
Da quanto emerge sulla base di ulteriori test condotti sui topi dagli scienziati californiani, la pillola riuscirebbe infatti ad elevare le singole aspettative di vita con una punta di incidenza pari al 40%, contribuendo effettivamente al mantenimento della salute cellulare messa a dura prova dal passare degli anni e dai comuni processi degenerativi in atto.
Prendendo il tutto con le dovute distanze del caso e con il doveroso scetticismo che caratterizza i test in fase embrionale, non ci è dato di sapere la metformina potrà rivelarsi un giorno l’elisir di lunga vita a lungo agognato, ma pare quasi certo che riesca almeno nel suo compito originario, contrastando l’insorgenza di quel diabete senile che accorcia a dismisura l’aspettativa di vita dei soggetti malati.
Fonte: Emerge il Futuro